SARDEGNA

L’8 settembre del ’43 in Sardegna, tra dovere ed eroismo

Sulla sinistra della vecchia Carlo Felice, prima della salita per Macomer e davanti alla zona industriale, un monumento semicircolare di pietra lavica, mattoni cotti e trachite, delimitato da due obici, è stato eretto a perenne memoria dell’eroico ufficiale. La località si chiama Castigadu – e non poteva chiamarsi diversamente! – le scritte sulle due lapidi nel monumento: «Qui – per obbedire alle leggi della Patria e per l’onore della “Nembo” – cadde il ten. colonnello Alberto Bechi Luserna – X-IX-MCMXLIII». «Tu eri come un fiore – i barbari ti hanno reciso – come una spiga di grano – maturo».

Sardegna settembre 1943. La resistenza mancata *

Il 2 settembre 1943, alle due del mattino, il tenente colonnello Donato Eberlin dello Stato Maggiore italiano atterra all’aeroporto di Elmas; porta con sé ordini del Comando Supremo italiano destinati al comandante delle forze armate in Sardegna, generale Antonio Basso, che aveva insediato la centrale operativa a Bortigali.

Grazia Deledda sul «Giornalino della Domenica»

Nel 1909 Grazia Deledda viene interpellata dal «Giornalino della domenica» per avere la sua collaborazione al programma di pubblicare una serie di novelle che rappresentassero le caratteristiche, i costumi, le tradizioni, la storia degli abitanti delle varie regioni italiane. La Deledda, naturalmente, si sarebbe dovuta occupare della Sardegna.

Il culto della Vergine della Mercede nella chiesa medievale di Santa Maria a Norbello

La ricerca specifica, attivata parecchi anni fa, aveva già consentito di individuare ed acquisire i testamenti con cui, a partire da un certo Giovanni Battista, sacerdote, che materialmente aveva portato dal Convento cagliaritano di Bonaria a Norghiddo una statua della Vergine della Mercede, diversi esponenti della casata norghiddese dei Puddu avevano trasferito nel tempo, dall’uno all’altro, l’onore e l’onere della cura della chiesetta e dell’organizzazione della festa annuale della Mercede nell’ultima domenica di settembre.

La Sardegna rivelata di Giuseppe Biasi

Giuseppe Biasi, «senza dubbio il maggior pittore sardo del Novecento» (Altea: 7), nato a Sassari il 23 ottobre 1885, fin dall’adolescenza si interessa alla e si esprime attraverso la grafica e in particolare attraverso la caricatura, pubblicando schizzi e vignette su giornali umoristici e goliardici universitari.

Perché la storia dell’arte sarda viene studiata solo dai Sardi?

La storia dell’arte sarda è una disciplina molto recente e lo studio delle sue peculiarità pittoriche non riesce ancora ad avere un giusto peso internazionale (prescindendo dalle ovvie connessioni con l’arte catalana), perché ancora mancano adeguati studi di contestualizzazione mediterranea del fenomeno e, soprattutto, perché il catalogo del suo patrimonio artistico medievale è ancora troppo limitato perché possa avere un adeguato eco in ambito scientifico.

Il dopoguerra di Silvio Podda, fante della Brigata Sassari

La grande guerra, quella dei «tutti giovani sui vent’anni / la sua vita non torna più», nei versi della canzone Monte Nero. Quella – per dirla con Ernest Hemingway di Addio alle armi – combattuta «dalla più bella gente che c’è, o diciamo pure soltanto dalla gente, per quanto, quanto più ci si avvicina a dove si combatte e tanto più bella è la gente che si incontra; ma sono fatte – le guerre – provocate e iniziate da precise rivalità economiche e da maiali che sorgono a profittarne».

A vent’anni oltre il ponte

L’8 settembre 1943 e la Resistenza. «Il Governo italiano, riconosciuta l’impossibilità di continuare l’impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell’intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al gen. Eisenhower, comandante in capo delle Forze alleate anglo-americane. La richiesta è stata accolta. Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse, però, reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza». («Corriere della Sera» giovedì, 9 settembre 1943).

I retabli sardi. Una presentazione interattiva

Una presentazione animata e interattiva dei retabli, grandi opere di pittura su tavola diffuse in Spagna nei secoli XV e XVI e importate anche in Sardegna dopo la conquista catalano-aragonese. L’animazione ricostruisce il contesto storico, analizza la struttura del retablo, presenta nel dettaglio due opere: il retablo del Presepio e il retablo di San Bernardino.