di Adriano Vargiu

La saggezza del popolo: Tempus de gherra, faulas finzas a terra, è un proverbio sardo, ma lo troviamo diffuso anche nel meridione italiano: In tempo di guerra le bugie sono frequenti quanto i granelli di terra che occupano il suolo.
Seconda guerra mondiale: dalla Dichiarazione di guerra di Mussolini alla Francia e all’Inghilterra, 10 giugno 1940, alla Liberazione, 25 aprile 1945.
Il mostro della guerra corre tutta l’isola: bombardamenti, spezzonamenti, distruzione, morte, sfollamento, fame.

1943, Badoglio ai Governi dei Paesi del Patto Tripartito: «...Non si può esigere da un popolo di continuare a combattere, quando qualsiasi legittima speranza, non dico di vittoria, ma di difesa, si è esaurita. L’Italia, ad evitare la sua totale rovina, è pertanto obbligata a rivolgere al nemico una richiesta di armistizio». Eppure, a leggere «L’Unione Sarda» - quotidiano fascista della Sardegna, si leggeva sotto il titolo - ogni giorno era una sconfitta per il nemico. Il giornale pubblicava le notizie dell’«Agenzia Stefani», l’agenzia ufficiale del fascismo, e del “Minculpop”, il Ministero della Cultura Popolare. E niente o quasi sui bombardamenti delle città e paesi dell’isola.

Titoli in prima pagina de «L’Unione Sarda» nel 1943

Tempus de gherra, faulas finzas a terra. Mi limito ai titoloni in prima pagina dell’anno 1943:

1 gennaio, «Due altri sommergibili nemici affondati da nostre torpediniere nel Mediterraneo centrale. Cattura di un nucleo di paracadutisti inglesi agli ordini di un ufficiale superiore.–I cannoni dell’Asse costringono il nemico ad abbandonare alcune posizioni. 31 mercantili nemici per 187.000 tonnellate colati a picco. Vistoso bilancio delle conquiste realizzate dagli eserciti alleati».

2 gennaio, «Nuove vittorie atlantiche dei sommergibili italiani. Affondamento di un piroscafo e di due mercantili armati. Due navi centrate dalle bombe tedesche all’ingresso del porto di Bona. Le eroiche gesta degli incrociatori ausiliari tedeschi. Il morale degli italiani si tempra sotto la minaccia aerea» .

5 gennaio, «La guerra dell’Italia contro l’insidia subacquea. Ottantasette sommergibili nemici affondati dalle nostre armi nel corso del conflitto. Nuove vittorie nel settore tunisino. L’Asse consolida i suoi successi e occupa nuove posizioni. 32 apparecchi perduti dalla R.A.F. In due giorni».

6 gennaio, «Rafforzamento delle posizioni recentemente conquistate in Tunisia. Dodici velivoli perduti dalla R.A.F».

Titolo de L’Unione Sarda del 13-4-1943

Titolo de L’Unione Sarda del 13 aprile 1943

7 gennaio, «Il viaggio in Sicilia del re imperatore. Arde e si esalta attorno al sovrano lo spirito della gagliarda gente di Sicilia.–I porti di Algeri, Bougle e Philippeville efficacemente attaccati dai nostri bombardieri. Due caccia inglesi abbattuti da un idrovolante italiano». «Allarmi britannici: “Il sommergibile è la più grande arma dell’Asse e potrebbe strapparci la vittoria”».

8 gennaio, «Il nemico contrattacca in Tunisia ed è ricacciato sulle posizioni di partenza». «I combattimenti sul Don e a Stalingrado. Imminente distruzione di un gruppo di forze sovietiche accerchiate. Cinquantasei aerei nemici abbattuti». «Eccezionale primato bellico di un armiere sardo: L’aviere scelto Pietro Bonannini e le sue dieci vittorie aeree. Brillante carriera di abbattitore di velivoli nemici».

9 gennaio, «Attacco a un convoglio nemico lungo le coste algerine». «La Germania è tutta un grande cantiere della vittoria».

10 gennaio, «La grande Asia Orientale è tutta mobilitata contro i secolari oppressori. La Cina Nazionale ha dichiarato la guerra agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna. Un popolo di 180 milioni di anime si schiera sul fronte del Tripartito». «Intensa attività dell’aviazione dell’Asse. 23 velivoli nemici abbattuti nel cielo libico e tunisino».

12 gennaio, «Colpo di maglio ai rifornimenti Anglo-Sassoni. Gli “U. Boot” sterminano un grosso convoglio di petroliere nemiche diretto dell’Africa Settentrionale. Tredici navi cisterna colate a picco e tre silurate». «Nei settori mediterranei l’aviazione dell’Asse bombarda e mitraglia lo schieramento avanzato dell’avversario». «Fiammeggia nell’Atlantico un rogo di 174 mila tonnellate di carburante [azione dei sottomarini germanici». 13 gennaio, «L’attacco dei sottomarini tedeschi ai convogli anglo-americani. Altre sedici navi avversarie affondate – Due delle tre petroliere superstiti colate a picco, l’ultima nuovamente silurata. Le marine nemiche registrano al passivo 80mila tonnellate di stazza». «Intensa attività dell’aviazione dell’Asse: 32 apparecchi perduti dal nemico». «Il ritmo gagliardo degli affondamenti. Una nuova strage di 14 navi dopo quella di 15 petroliere».

14 gennaio, «Bilanci della guerra contro la navigazione nemica: Settecento petroliere affondante nel corso dell’attuale conflitto. Oltre cinque milioni di tonnellate di stazza sono finiti negli abissi marini».

15 gennaio, «L’ala tricolore vittoriosa in tutti i cieli. Il IV Stormo da caccia raggiunge la sua cinquecentesima vittoria. 14 velivoli nemici abbattuti dai cacciatori dell’asse in Libia».

16 gennaio, «Vittoria dell’aviazione dell’Asse nei cieli africani. 30 velivoli nemici abbattuti. Notevoli perdite inflitte al nemico sul fronte tunisino». «Nella scia gloriosa di una tradizione imperitura: Le cinquecento vittorie del IV Stormo “Francesco Baracca”».

17 gennaio, «Una torpediniera italiana contro tre caccia torpediniere inglesi. La “Perseo” affronta audacemente le unità nemiche silurandone una». «35 carri armati avversari distrutti sul fronte sirtico». «Vittoriosi interventi dell’aviazione dell’Asse: 20 apparecchi anglo-sassoni abbattuti nei cieli africani».

19 gennaio, «Il porto di Algeri audacemente forzato dai nostri leggendari reparti d’assalto».

20 gennaio, «Notevole attività dell’Asse nel Nord-Africa. Attacco a un convoglio nemico nelle acque algerine. Due piroscafi affondati e altri tre in fiamme».

21 gennaio, «Spietata caccia ai convogli nemici sulle coste algerine. Grosso mercantile colato a picco da nostri aerosiluranti. Probabile affondamento di un sommergibile ripetutamente colpito».

22 gennaio, «La navigazione nemica nel Mediterraneo sbaragliata: 19 piroscafi per un cospicuo tonnellaggio centrati dai siluri e della bombe dell’Asse. Affondamento di almeno sei delle navi colpite». «La lotta sui fronti africani: 1500 prigionieri e molto materiale bellico presi al nemico nel settore tunisino».

26 gennaio, «Continuano a svolgersi regolarmente i nostri movimenti verso il nuovo schieramento. Grosso mercantile affondato nelle acque algerine da un sommergibile italiano».

27 gennaio, «Oltre 4000 prigionieri catturati in Tunisia nei combattimenti svoltisi dal 18 al 24 gennaio. L’avversario ha perduto inoltre 13 carriarmati, 70 cannoni, 200 automezzi, un centinaio di mitragliatrici e altri materiali bellici».

28 gennaio, «Nuove perdite delle flotte nemiche nel Mediterraneo, nel Mare del Nord e nell’Atlantico: 16 navi per complessive 103mila tonnellate colate a picco dai sottomarini germanici».

31 gennaio, «Attacco nelle acque algerine a un convoglio fortemente scortato: Cinque navi mercantili affondate da nostri aerosiluranti e bombardieri germanici. Due altri piroscafi e un cacciatorpediniere seriamente danneggiati. 24 velivoli perduti dalla R.A.F. nelle operazioni della giornata».

3 febbraio, «800 prigionieri catturati sul fronte tunisino».

6 febbraio, «Oltre 1000 prigionieri nemici presi sul fronte della Tunisia».

Basta, mi fermo! Tutti i giorni, navi affondate, aerei abbattuti, nemici fatti prigionieri. Stando ai numeri, il nemico sarebbe stato azzerato! Bisognava Credere, Obbedire e Combattere, la vittoria era certa.

Il 17 febbraio bombardieri americani lanciano bombe dirompenti e incendiarie su Cagliari, Quartu Sant’Elena e Gonnosfanadiga, oltre cento i morti, corpi straziati, edifici distrutti. «L’Unione Sarda», due pagine in tutto, neppure il 18 viene meno alle veline: «Le operazioni sul fronte tunisino: Annientamento di gruppi nemici isolati. Cattura di altro materiale e distruzione di carri armati pesanti». «L’ultimo aeroplano da Stalingrado». «Quattro piroscafi affondati dall’Asse e dai nostri sommergibili». Quadratino a pie’ pagina: «Silenzio, il nemico ti ascolta! Anche il tuo silenzio concorre alla vittoria». In seconda pagina, «Fatti del giorno: Bambina investita da un’auto. Ingoia per errore pastiglie di sublimato. La disgrazia di un vecchio».

Tre bimotori americani bombardano il campo di aviazione di Alghero il 25 maggio 1943

Tre bimotori americani bombardano
il campo di aviazione di Alghero il 25 maggio 1943

Finalmente il 19 febbraio, pag. 3, «Cronaca Cittadina: La barbara e vile incursione aerea dei bombardamenti americani. Cagliari si stringe attorno ai suoi caduti, riconfermando la decisa volontà di resistenza e di vittoria». «Il calmo e fiero contegno della popolazione della città e della provincia». «Banditi». «Tarquinio Sini fra le vittime della feroce incursione». «Il prefetto e i federali sulle località colpite. Visite ai feriti».

20 febbraio, in «Cronaca Cittadina (prima pagina sempre riservata alle vittorie degli eserciti alleati): «Estremo omaggio ai caduti del barbaro attacco nemico. Austero e mistico rito nella cappella del cimitero di San Michele. Commovente e spontanea partecipazione di popolo».

23 febbraio, «La caccia dell’Asse ai convogli nemici in tutti i mari: 22 navi affondate in Atlantico e nel Mediterraneo. Un piroscafo colato a picco e due altri mercantili silurati sulla costa algerina». L’elenco dei morti, annunciato, è rimandato di giorno in giorno in attesa della lista finale. Non verrà pubblicato.

I bombardamenti sulla città continuano, come pure is faulas della prima pagina. 26 febbraio, in seconda pagina: «Per l’Italia e per l’Europa: Meritare la vittoria». «Cronaca Cittadina: Cimeli sacri di Cagliari: Gli indumenti pontificali di Agostino dottore».

Sospese le pubblicazioni, riappare in edicola venerdì 19 marzo, due pagine, come sempre prima pagina trionfante: «Sul fronte orientale: Le formazioni accerchiate a Carkov annientate sino all’ultimo uomo. Attacchi sovietici respinti sanguinosamente». «La battaglia africana: Azioni locali in Tunisia». «Cronaca Cittadina: Dopo i bombardamenti del 26 e del 28 febbraio, Cagliari riprende alacre il lavoro animata dalla volontà di resistenza e di vittoria». Si parla per la prima volta di sfollati, «le disposizioni del segretario federale». 20 marzo, «Convoglio nemico attaccato nel Mediterraneo: Due piroscafi di cinquemila tonnellate colati a picco dai nostri aerosiluranti.»

Cagliari ormai è una città di macerie, sfollati i suoi abitanti, il quotidiano continua nella marcia trionfale fatta di navi colate a picco, aerei abbattuti ecc.

Sabato 27 marzo, «Oggi al Cinema Odeon l’ENIC presenta in prima visione “Acque di primavera”». L’indomani, 28 marzo, «Ripresa degli spettacoli al Cinema Odeon con il film in prima visione “Acque di primavera”. Il Cinema Odeon ha ripreso ieri i suoi spettacoli frequentati da un pubblico assai numeroso. Quello offerto dall’ENIC è un esempio che tutti, qualunque sia il campo della rispettiva attività, dovranno seguire perché Cagliari deve vivere, perché Cagliari non può morire».

2 maggio, «Cronaca Cittadina. La tradizionale sagra di maggio: La partenza di Sant’Efisio nell’austero clima di Cagliari martoriata dalla malvagità nemica», descrizione dell’itinerario processionale, fino a Giorgino. «Commovente sagra di Sant’Efisio nel duro clima di guerra. Nulla di festoso, nulla del festoso corteo di una volta, ma un modesto camioncino fra le case distrutte.[Camioncino messo a disposizione dalla ditta Gorini, che quotidianamente portava il latte da Mussolinia, ribattezzata Arborea, a Cagliari, guidato da Giovanni Vargiu, dipendente della ditta stessa; sulla processione esiste uno straordinario e toccante documentario girato da Marino Cao]. Tutta la gente cagliaritana era in spirito vicino, attorno a Sant’Efisio, e Sant’Efisio è passato per le vie del centro, benedicente. È passato, ma in spirito, in margine alle case crollate, in margine alle macerie, era la siepe folta e nereggiante del popolo, del nostro popolo fedele, martoriato, ma fiero, pronto a ogni altro sacrificio ed evento, auspicante la certa, radiosa vittoria della Patria».

9 maggio, «Lotta spietata al naviglio anglo-americano: I sommergibili tedeschi affondano altre tredici navi di un grosso convoglio precedentemente decimato».

11 maggio, «Solenne consacrazione di un generoso sacrificio: Cagliari sanguinante dalle sue molte ferite ha ricevuto con profonda commozione e gratitudine il distintivo d’onore di grande mutilata d’Italia... Al termine del rito è stato inviato al Duce il seguente telegramma: “Cagliari nel ricevere oggi il segno distintivo della sua nobiltà guerriera, fiera del suo posto di combattimento nel mare nostro, vi grida il suo appassionato fervore e la certezza più salda nella vittoria».

Il 13 maggio dal cielo piovvero ancora bombe, la città scompare sotto i bombardamenti. Lo stesso giorno, l’Asse offriva formalmente la sua resa incondizionata in Tunisia.

Il giornale cessa le pubblicazioni, tornerà in edicola defascistizzato nel mese di novembre.