di Vincenzo Medde

Tra l’autunno del 1932 e l’estate del 1933 quattro milioni di persone furono lasciate morire di fame in Ucraina e nel Kuban, una regione del Caucaso del Nord che apparteneva alla Repubblica russa ma che era abitata in prevalenza da Ucraini.
I responsabili di tale sterminio per fame furono Stalin e i suoi più stretti collaboratori (Vjačeslav Molotov, Lazar Kaganovič, Pavel Postyšev, Vsevolod Balickij), per il tramite di politiche economiche e sociali – industrializzazione accelerata, collettivizzazione forzata, liquidazione dei kulaki, requisizione armata dei prodotti agricoli – che, a partire dal 1928-29, avevano innescato un micidiale meccanismo mortifero.